“Ma che ne so de quello che è successo!?” Gigi Proietti nel ricordo di una giovane attrice

Ho pensato di  scrivere qualcosa su Gigi Proietti.
Come diceva Anna Magnani: ”mamma mia, che cosa difficile che m’hai chiesto, Ni..” mi sono ripetuta.
Scrivere qualcosa su Gigi Proietti senza cadere nella retorica e nel “già detto”è molto difficile..
Tutti sanno che è stato un attore unico, un fuoriclasse.

Gigi è entrato nel cuore di tutti, ha fatto ridere generazioni, ha avvicinato i giovani al teatro…ma,appunto,queste cose le sanno tutti.
Per questo ho deciso di partire da un pensiero che ho fatto giorni fa.
Un pensiero che coinvolge la mia categoria, quella degli attori, sempre più sofferente e delusa, ormai.
Parlando della mia generazione di attori, esistono due tipi di persone, secondo me. Quelli che hanno visto da bambini “A me gli occhi, please” ,hanno imparato a memoria le battute,le canzoni,e hanno detto “io da grande voglio fare questo!”
E quelli che lo hanno visto dopo, da grandi,e si sono detti “Io voglio imparare da quest’uomo!”.
Tutti,comunque,vedendo quel capolavoro di tecnica, maestria e passione, abbiamo capito che lì c’era qualcosa di speciale.

Non era il solito spettacolo di prosa per addetti ai lavori,non strizzava l’occhio alla critica d’élite né all’avanguardia incomprensibile .
In un mondo fatto di teatri Stabili e polverosi, un attore, da solo, con un baule, dentro una tenda che viaggiava come un circo,rivoluzionava il modo di concepire il teatro.
Gigi faceva sembrare tutto facilissimo.Passava da uno sketch all’altro con la leggerezza di un bambino che gioca, il pubblico assorbiva tutta quella’arte senza magari sapere esattamente cosa ci fosse dietro.Quanta tecnica ,quanto studio, quanta fatica..L’ho capito solo dopo anni di lavoro da attrice.In “A me gli occhi, please”,Il canto, il varietà, la poesia, il dramma, il grammelot,la satira, il teatro dei burattini, si alternavano senza sosta, senza respiro, come a dire “state con me!non vi mollo un attimo!”
Lui non ti mollava e tu non potevi staccargli gli occhi di dosso.Questo succede coi Grandi attori.Coi maestri.
E a proposito di maestri, anni fa durante un seminario con Luca Ronconi,subito dopo l’accademia, ricordo che ci disse questa frase che mi porto dietro come un dono prezioso “ Esistono due tipi di attori:quelli che dicono “guardatemi, guardatemi” e quelli che ti dicono “venite con me”.

 

Ecco , Gigi Proietti faceva parte di quest’ultimi. Ti chiedeva di viaggiare con lui.
Ti prendeva per mano e ti portava in un mondo bellissimo, fatto di musica, risate, poesia, dolcezza. Mai volgare, mai scontato.
Con Gigi Proietti se ne va una parte della mia infanzia,se ne va l’ispirazione di una vita.
Ma so bene quanto dolore stiano provando centinaia di persone, attori e non, che hanno visto in lui uno spiraglio di speranza, una boccata d’aria fresca. Gigi Proietti è stato un faro,un grande artista e una grande uomo. Non ho avuto la fortuna di ringraziarlo quando era fra noi.. lo farò nel mio cuore, ogni sera, prima di andare in scena, quando finalmente si potrà lavorare di nuovo. Quando si potrà abbracciare il pubblico, piangere, ridere insieme.  A fine spettacolo, già lo so, mentre il pubblico applaudirà, mi dirò: “A Gi, tutto merito tuo “.

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