I LOVE ITALIA Come l'arte ci avvicina

Oggi mi piacerebbe raccontarvi una storia:

“Ci sediamo nel giardino della Biblioteca Valvassori Peroni, a Lambrate, in una calda giornata d’aprile. Io con uno zaino, con il pc e l’agenda e D., 19 anni con i suoi appunti e libri di terza media. A 19 anni ancora in terza media? Sì, perché da dove viene, il Senegal, il liceo l’ha iniziato, ma a 16 anni è dovuto fuggire per colpa dei ribelli che hanno ucciso la sua famiglia. Ora ha solo la madre, che trovo in una foto che fa da segnalibro ad un quaderno: una signora in boubou, l’abito tradizionale senegalese dai colori sgargianti e un sorriso sul viso.

Io e D. ci siamo conosciuti a CasciNet, la Cascina Sant’Ambrogio a Milano. Lui vive da un anno in uno dei Centri di Accoglienza della zona est della città, in attesa di ottenere il riconoscimento di protezione internazionale. Insieme abbiamo partecipato ad una giornata di team building nato in collaborazione con l’organizzazione dove lavoro, che coinvolgerà alcuni ragazzi migranti ospiti nei centri di Milano e i dipendenti delle aziende della città, con un programma ricco di laboratori artistici, teatrali, culinari.

In gruppo e guidati da un’artista, io e D. ci siamo divertiti con UpGiotto: un’azione artistica che consiste nel disegnare con dei gessi colorati, cercando di riprodurre un’immagine presa da un mazzo di carte, che viene spiegata a rotazione da uno dei partecipanti. Durante il gioco, il gruppo non può vedere la figura, ma affidarsi completamente alla descrizione del compagno. Il limite linguistico e le capacità artistiche di ciascuno di noi hanno generato un’esplosione di colori e simboli (a volte poco riconoscibili), che hanno trasformato il cascinale in un arcobaleno: c’erano barche viola, topi arancioni, vasi gialli e fiori blu.

Abbiamo parlato tanto, di musica, di storie e di viaggi, soprattutto del suo, dal Senegal a Milano. Ci siamo accorti che basta poco per avvicinarsi, senza necessariamente parlare la stessa lingua, basta un mazzo di carte e un gessetto colorato.

Seduti sull’erba, apro il suo blocco appunti e trovo una foto, scattata poco dopo il suo arrivo: lui e un cappellino nero con la scritta: I love Italia.”