SEZIONE ITALIA: NUNZIA PERRONE E A 100 GALLERY Un’intervista

Quando e come hai iniziato ad occuparti di Arte?

Nella vita ho sempre avuto molte passioni, soprattutto ho amato tanto viaggiare ed entrare in contatto con persone di culture diverse e sono stata anche un bel po’ ribelle al mio ambiente di origine, sono avventurosa e iperattiva di natura. Ho fatto molte cose diverse prima di occuparmi in maniera esclusiva di arte.


Dopo gli studi ho vissuto a Milano ma poi sono ritornata in Salento dove ho svolto per alcuni anni la professione di avvocato. Nel contempo gestivo anche il bed and breakfast della tenuta della mia famiglia, rivolto al mercato anglofono, avevo infatti anche fatto un corso post laurea come mediatore culturale. Questa è stata una bella esperienza che mi ha permesso di conoscere viaggiatori da ogni parte del mondo e sperimentare un piccolo business, affinare le lingue e soprattutto ha creato solide amicizie che sono rimaste nel tempo. Mi sono tanto appassionata anche di psicologia, in particolare di matrice Gestaltica e ho acquisito un master in Comunicazione con indirizzo Gestalt. Al tempo facevo la pendolare tra Roma e il Salento per un paio d’anni. L’ inesausta curiosità creativa e intellettuale, accompagnata dallo sbocciare e formarsi di una sensibilità personale per l’arte, mi hanno poi sospinto assai lontano dal mio back ground giuridico, incrociando nuovi percorsi e soprattutto persone e maestri determinanti nella mia vita.

Un mix di circostanze fortunate e incontri, insieme alla voglia di fare e all’intuito mi hanno condotto a gamba tesa verso l’arte contemporanea.

Perché hai scelto questo ambito?

Nel tempo si è sviluppato un desiderio di contribuire ad una crescita più aperta verso l’arte contemporanea, perché il Sud è ancora un territorio molto difficile e “povero” di realtà presenti sul mercato. Qui non si investe abbastanza in cultura purtroppo e a parte sporadiche eccellenze manca troppo spesso ancora una politica mirata, consapevole e competente insieme a un’iniziativa privata forte. Ho spesso sostenuto da sola, progetti indipendenti e i giovani artisti, ho collaborato con le scuole del territorio per supportare la ricerca e la didattica attraverso l’arte (l’ultimo lavoro è stato un bellissimo workshop in galleria che ha impegnato gli studenti sul tema della xylella e ha creato una grande opera collettiva) e ho cercato di valorizzare i rapporti con l’ambiente e il territorio, anche attraverso progetti con l’arte pubblica, insieme a collaborazioni con curatori di livello e anche ad altri galleristi. Volevo unire alla mia immagine ed esperienza anche una funzione di creatività critica per dare una marcia in più alla galleria che immaginavo già come catalizzatore culturale della comunità. Sebbene ci fossero tante criticità e ostacoli oggettivi io ho visto in questa terra un enorme potenziale e la possibilità di eccellenza. Avevo già lavorato nel management dell’arte e fu prima un sodalizio che mi proiettò a Londra a coordinare un ambizioso progetto di Eva Caridi presso l’Università di Architettura di Westminister, certamente l’esperienza più trasformativa professionalmente, e che mi spinse poi a creare, sette anni più tardi la galleria a Galatina.

L’Inghilterra è stata quasi una seconda patria, perché ha attraversato anche la mia storia personale e infranto sogni.  “Il mio periodo Inglese” ha inciso sul mio gusto estetico all’inizio del mio collezionare e soprattutto su una formazione professionale al top, con uno stile di lavoro “easy” ma super efficiente. Lì ho davvero aperto la mente e lavorato a fianco dei migliori professionisti del mondo, in modo molto creativo.

Per amor del vero, non posso non menzionare anche l’impatto profondo che la Grecia, una terra piena di storia e bellezza, ha avuto per me, lasciandomi un’eredità di incontri artistici cruciali. Christos Pallantzas, è uno dei Great Masters di punta della nostra collezione, artista sopraffino e uomo straordinario, Yannis Kalkidiotis, caro amico artista, medico,  personaggio eccentrico e generoso, maestro di vita per me, e ancora Costas Varotsos, che mi accolse nella sua incantevole Aegina, e mi ha aiutato e incoraggiato come giovane gallerista. I viaggi continui tra Roma e Milano e il tempo speso nella visita degli atelier di grandi artisti, tra aneddoti e umanità dove la storia dell’arte contemporanea era stata creata, mi reso parte di una “famiglia”.

Ho avuto il piacere di incontrare negli ultimi anni di vita Kengiro Azuma, Hidetoshi Nagasawa e moltissimi altri grandi maestri mi hanno dato fiducia e supporto. Ho più avanti guardato con interesse ai giovani e puntato sull’arte emergente con grande passione.

 

Che cos’è A100 Gallery e qual è il suo profilo?

Dalle residenze artistiche internazionali, (ad es. ricordo con piacere la produzione in Salento di una grande mostra del pittore polacco Bogumil Ksiazek  al castello di Acaya nel 2013) ad un” hub” creativo a tutto tondo con la visione di portare nella mia terra alcune voci del panorama internazionale, fino alla nascita di A100 Gallery nel Dicembre 2014, uno spazio artistico che fosse un luogo di lavoro e aggregatore di energie.

Al fianco dell’attività privata, ho strutturato una serie di servizi per la gestione e organizzazione di collezioni d’arte, consulenza, progettazione e organizzazione di eventi artistici e culturali e branding che comprende anche il noleggio di collezioni d’arte per rispondere alla richiesta di una committenza di alto livello. Da qualche anno A100Gallery è presente alle fiere internazionale per fare conoscere gli artisti con i quali stabilmente collabora e i servizi offerti.

 

Di che cosa ha bisogno il mondo dell’arte per ripartire?

Il mondo dell’arte ha oggi come ieri bisogno di mecenati, di investimenti, di formare i nuovi collezionisti, di commissioni pubbliche e private. E’ un tempo difficilissimo quello che stiamo vivendo e molto incerto sulla sopravvivenza di una realtà che fa arte. C’è bisogno di tanta consapevolezza, apertura mentale e un po’ di follia per ripartire. L’arte non dovrebbe essere elitaria ma dappertutto. Questo lo hanno capito già da molto tempo altri Paesi nel mondo che hanno puntato di più e meglio sulla cultura, vincendo. Il nostro Bel Paese, nonostante un patrimonio artistico e una storia immensa ancora non si attiva e soprattutto fa fatica a riconoscere il valore della professionalità di chi lavora nell’arte, soprattutto delle donne che ancora oggi devono combattere quotidianamente contro una condizione di differenza. Serve un cambiamento radicale e io sono qui per fare questa differenza.

Infine, noi del settore dobbiamo fare più rete. Non c’è alternativa. Condividere le spese, aggiungere competenze e creatività, senza sgambetti o dispetti, unire le energie produce energia.

 

Come immagini il futuro?

Il 2020 è stato anno terribilis. Anche se ci sono segnali di speranza e la volontà di ripartire, il corona virus e le misure di confinamento hanno inferto un colpo quasi mortale a tutte le piccole realtà economiche, compresa A100 Gallery. A tutt’oggi la situazione resta precaria quindi sono molte le incertezze per pensare al futuro come lo immaginavo prima.

Tutto il mondo che conoscevamo prima è già cambiato. Tanto da non poter andare avanti con i progetti in corso: la personale di Fotografia dell’artista Ulderico Tramacere, presso l’Università Bocconi di Milano è in attesa di essere riaperta a Settembre, e lo stesso la partecipazione a Mia Photo fair 2020. Sono ancora messi in discussione e limitati i viaggi internazionali, ci sono rischi per la salute collettiva e le regolamentazioni per le manifestazioni ed eventi non sono ancora molto chiare, nonostante la riapertura di tutto in Italia. Credo dunque che l’opzione migliore per me sia rimandare gli eventi in galleria quest’anno. Sarà possibile però acquistare la nostra arte e visitare con comodità su appuntamento la magnifica collezione della galleria, nonchè altri lavori inediti di Fotografia che rivelano alcuni futuri progetti. Sono tempi che impongono sfide, e il mio pensiero va alle tante persone che hanno sofferto questa emergenza. Speriamo di tornare presto anche al grande pubblico, non solo con la qualità eccezionale della nostra arte ma anche con eventi, incontri  e iniziative.

 

Un consiglio ai più giovani?

Studiare e fare esperienze. I giovani devono viaggiare soprattutto, scambiare informazioni, contaminarsi culturalmente, mettersi in gioco con generosità  e produrre tanto. E’ altrettanto indispensabile imparare a promuoversi bene per essere in grado di interfacciarsi al mondo del lavoro. A tutti i livelli, oggi più che mai, bisogna essere dei professionisti, aggiornarsi continuamente al passo con le nuove tecnologie e sapersi distinguere. Il sacrificio e la disciplina prima di tutto, altrimenti non vai tanto lontano, ma se sei tenace alla fine il mondo dell’arte sa ripagare con grandi soddisfazioni.

Un libro che tutti dovremmo leggere?

Uno solo? Ti prendo alla lettera, ho riletto da poco Resurrezione di Lev Tolstoj, è bellissimo, senza tempo, insuperabile e immenso autore, questo il mio consiglio. Un grande classico.

 

Nunzia Perrone (Galatina, 1976) direttore della galleria d’arte A100 Gallery.
Avvocato, Esperta in Comunicazione e Gestione delle Risorse umane.
Con oltre dieci anni di esperienza nella scena artistica contemporanea si occupa attivamente di management e curatela di mostre ed eventi d’arte. Fondatrice di A100 Gallery. 

www.a100gallery.it