Jatun Risba: Exercises in dying (2017); foto di Hana Jošić
Nome e cognome?
Jatun Risba
Segno Particolare?
Un tatuaggio a forma di serpente attorcigliato sul palmo della mano destra.
La tua “prima volta”?
Il giorno in cui ho incontrato un Maestro. Ovvero un esempio di vita autentica da cui imparare come muovermi nel mondo. Si trattava di Antonio Caronia, professore d’Estetica dei nuovi media alla NABA di Milano dove ho frequentato il triennio in Fashion e Textile Design.
Seguivo le sue e parecchie altre lezioni da paracadutista. Non facevano parte del mio curriculum ma già nel secondo anno di studi capì che l’inclinazione del mio spirito mi orientava verso l’Arte. Antonio Caronia era un docente e uno saggista di spicco. Una piaga per i più – perché colto, dalla mente acuta e diretto. Un appassionato di arte, filosofia e linguistica e un militante dandy dal cuore generoso. Antonio era sempre uno di noi. Sempre disposto ad accompagnare la crescita intellettuale, politica ed etica di chi dimostrava un sincero interesse per la conoscenza.
È stato uno dei miei primi mentori: ha ispirato e seguito i miei primi passi nel mondo dell’arte. La nostra corrispondenza terrena si concluse con un primo e ultimo bacio sulla bocca, di trasmissione, avvenuto qualche mese prima della sua morte. Fu l’ultima volta che ci siamo visti.
Non posso concludere questo racconto senza accennare alla mia seconda “prima volta”. Si tratta del mio primo incontro con Eugenio Barba nel 2016. Il regista e innovatore teatrale di origini salentine mi ha insegnato l’importanza del training. È solo sviluppando disciplina nel lavoro e prendendosi cura del proprio star bene sia fisico che mentale, che si riesce a superare i limiti del possibile. Solo allora si riesce a creare Arte fuori di sé. Ovvero aldilà della bigotteria dell’io.
Che cos’è per te l’Arte?
Uno stare al mondo senza limiti.
Una cosa di cui sei orgogliosa?
Della capacità di rimettermi in discussione, di mutare pelle in continuazione mantenendo ciò nonostante una qualità d’essere immobile.
Un’occasione perduta?
Non penso ce ne siano. Se ne ho avute, non ero abbastanza matura a coglierle. Le opportunità si manifestano sempre nei luoghi e nei momenti di vita più appropriati.
Una figura che ti inspira?
Al momento la presenza più affascinante e saggia nella mia vita è la natura rinchiusa in un bosco centenario a due passi da casa dove mi perdo e mi ritrovo giorno dopo giorno. Ogni passeggiata dura ore ed è un’immersione a tutto corpo nell’enciclopedia della storia naturale. Le strade e le stradine di campagna che lo attraversano sono infinite, così come gli insegnamenti, le idee e le rivelazioni dell’anima che accompagnano questi viaggi. Sto scoprendo la ricchezza inestimabile – perché senza fine e senza prezzo – della natura selvaggia e incontaminata. Nello stesso tempo coltivo una forte gratitudine per gli avi che hanno protetto e salvaguardato la prosperità del paesaggio incolto. Oltre ad essere un paradiso per il benessere psicofisico dei visitatori, il bosco in primavera è anche una preziosa e nutritiva riserva di cibo. Le varie erbe, i germogli e i frutti selvatici sono il mio cibo preferito in assoluto, nonché il mio supermercato preferito. Ora più che mai.
Con quale aggettivo descriveresti il tuo lavoro?
Autentico. Perché funge da specchio al presente. Alchemico. Perché agisce a livello magico.

Perché acquistare una tua opera?
Perché le opere d’arte che produco fungono da portale di energia vitale. Trasmettono il candore di un’arte inspirata e senza compromessi. Ogni tipo di supporto materiale o umano della mia produzione artistica, rende possibile la produzione di nuovi lavori che nascono da un fare artistico totale. Dove arte è vita e dove vita è vocazione alla libertà.
Progetti per il futuro?
Intanto attendere e abbracciare il presente con libertà, franchezza e con il cuore aperto, anche quando si soffre. Inoltre, coltivare il piano della non-separazione attraverso l’iniziativa artistica, filosofica e linguistica ‘Language of kinship’ (Il linguaggio dell’affinità). Per luglio ho in serbo una residenza artistica in Slovacchia dove svilupperò il progetto ‘Be-coming Cow’: un lavoro che prenderà forma nella convivenza di una settimana con delle mucche. Dopo di che auspico di ritornare a Salento e continuare il lavoro di collaborazione con l’artista Franco G. Livera, con l’associazione STEAM Atelier e tanti altri.

Jatun Risba è nata a Nova Gorica in Slovenia nel 1986.
Ha base a Nova Gorica ma spesso vive e lavora in giro per il mondo.
Ha esposto a UCL a Londra nel 2020, alla Fabbrica del Vapore di Milano nel 2009 e nel 2019, a Kersnikova Institute di Ljubljana in Slovenia nel 2017.
Sito ufficiale: https://jatunrisba.com